lunedì 21 gennaio 2013

Palazzo Coppa

Non mi ritengo un conservatore.
Mi piacciono le tradizioni e il sentimento di appartenenza che trasmettono, ma credo anche nel loro superamento e nel progresso socio-culturale.
Soprattutto in architettura, che è la mia passione, ho paura delle posizioni radicali di tutela. Sono un progettista, credo nel movimento contemporaneo e nelle sue possibilità espressive. Ciononostante, in questi giorni mi sono ritrovato a promuovere e a sostenere la tutela di un Palazzo storico del mio paese.



Io abito a Città Sant'Angelo. Sono un angolano, non di quelli che vivono in Africa (vieni dall'Angola?).
Il mio è un paese di storia, come molti in Italia. Siamo arroccati su tre colline, da qui dominiamo la costa e la montagna. Dal Belvedere abbiamo un raggio visuale che abbraccia l'Adriatico, la Majella e il Gran Sasso. Dovete venire per capirlo.
Da un paio d'anni siamo entrati nella lista dei "Borghi più belli d'Italia"... eppure ...
uno dei Palazzi storici, o meglio IL Palazzo storico angolano per eccellenza, stava per essere buttato giù. Vittima di un braccio di ferro decennale tra l'amministrazione e la proprietà, l'unica soluzione condivisa sembrava essere la demolizione!

Stiamo parlando di un ex convento sorto nel 1300. Dopo secoli di stratificazioni la configurazione attuale è quella di una corte aperta su un piazzale porticato e su un giardino pensile. Le stanze sono enormi, affrescate con grandi capacità, tanto lussuose da aver ospitato re napoletani e italiani nei loro passaggi abruzzesi. Dallo studiolo un grande botola nel pavimento permette l'accesso diretto ad una delle balconate di S. Bernardo, la chiesa dell'ordine che occupava il convento. La famiglia Coppa, che aveva rilevato il Convento con la Secolarizzazione dei beni ecclesiastici ad opera di Napoleone, era passata dall'essere una ricca famiglia borghese ad una titolata dinastia.


Durante il XX secolo, il Palazzo fu teatro di potere. Dal suo interno il barone amministrava i suoi possedimenti. C'erano cantine e magazzini dove i fattori rimettevano la percentuale del proprietario della loro produzione. Fu anche occupato dai tedeschi e dagli sfollati durante la 2ª Guerra Mondiale.


Da una trentina d'anni è stato lasciato nell'incuria e nella decadenza. Eppure, sono ancora evidenti le tracce di un passato glorioso. Qualche settimana fa la notizia della sua demolizione. Un gruppo di cittadini ha sollevato un grido di protesta. L'abbattimento sarebbe stato uno sfregio alla storia di un territorio. Non c'erano progetti di riqualificazione validi, sarebbe stata solo un'occasione persa...l'ennesima in un'Italia che di recente ama collezzionarle.

Nessun commento:

Posta un commento